Lucio Fontana e la Collezione Crippa

 TROVARSI INTORNO ALL’ARTE


Foto Riccardo Crippa che dipinge in riva al lago e olio su tavola,
courtesy famiglia Ranza-Crippa

Ci sono persone destinate ad avere grande successo nella vita e altre che nella vita aiutano queste a poterlo raggiungere. La figura del mecenate, Riccardo Crippa, pittore anche lui, che intorno a sé aveva amici destinati a diventare importanti nel corso del secolo e che lui sosteneva in amicizia ed economicamente, è una di queste. Crippa è stato un grande industriale, fondatore col socio Berger di Caffè Hag, e per l’industria sacrificò molta sua ispirazione artistica, testimoniata per altro dalla ricca produzione di oli e disegni, esposti in parte a Comabbio. La collezione di disegni di Lucio Fontana (anni ’30 e ’40) è una delle due più importanti al mondo e in questo progetto il pubblico può accostarsi alla visione diretta di questi gioielli personali e caratterizzati dal segno ancora figurale inconfondibile di Fontana che avrebbe portato ai suoi famosi Concetti Spaziali.
LE OPERE DELLA COLLEZIONE CRIPPA. La cospicua produzione grafica, donata all'amico Crippa prima di partire, è stata divisa dallo studioso Paolo Campiglio in due gruppi. Il primo è caratterizzato da figure di forte suggestione espressionista, dai profili squadrati ma dal disegno ancora incerto, precario, proprio come il segno utilizzato nelle tavolette degli stessi anni. Qui la figura umana è ancora protagonista dello spazio e del disegno, che assume per lui il valore di «frontiera sperimentale [..] di compiuta vocazione analitica e autoanalitica». La linea si fa sempre più veloce, fluida, dando il via prima a una parentesi di studi e ritratti sintetici, poi a un disegno sempre più festoso e barocco. Al secondo gruppo, che coincide con l'imminente partenza di Fontana per l'Argentina, appartengono soprattutto immagini di animali e autoritratti malinconici, in cui la figurazione acquista una nuova compattezza e solidità. Tra questi ricordiamo un singolare ritratto di Riccardo Crippa colto, ironicamente e con pochi ghirigori, disteso sul suo sofà. Un decennio sperimentale, quello inquadrato dalla collezione, che mette in luce come nell'opera di Fontana disegno e scultura siano sempre stati legati da un invisibile doppio filo.

RICCARDO CRIPPA E LUCIO FONTANA
Il primo contatto con Fontana risale al 1931, proprio durante l'importante personale tenuta alla Galleria Il Milione di Milano, in cui la produzione dell'artista italo-argentino si trova ancora in una fase di transizione tra bronzetti e tavolette graffite in terracotta o in gesso. I 45 disegni presentati alla mostra del 1996 ripercorrevano l'attività di Fontana tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta, «dalle prime prove di primitivismo parente dell'Uomo nero, allo sperimentalismo dei disegni non figurativi, passando dalle inquiete evoluzioni degli anni della ceramica, fino al ritorno al figurativo e "mitologico" degli anni di Corrente, preludio alla ricerca più saldamente figurativa sviluppata in Argentina a partire dal 1940».
Nella Milano degli anni Trenta, Riccardo Crippa (Milano 1912-1954), come mecenate e collezionista d'avanguardia svolse un ruolo cruciale a favore delle tendenze che si stavano facendo largo nel capoluogo lombardo in opposizione al Novecento. Il suo desiderio di infrangere i confini stereotipati dell'arte come del collezionismo, lo portò a seguire da vicino le vicende artistiche internazionali e a partecipare nel 1949 alla prima edizione del Premio Città di Varese, segnato da artisti del calibro di Pablo Picasso ed Henry Moore. La collezione di famiglia, oggi Ranza-Crippa, mette in luce il suo animo di raffinato cultore d'arte, nonché il suo amichevole rapporto con Lucio Fontana figlio di un varesino di Capolago, emigrato in Argentina, che trascorse gli ultimi anni della sua vita a Comabbio, nella casa paterna, trasformata nella seconda metà degli anni Sessanta in un atelier privato. Tutte le opere sono state riconosciute dalla Fondazione Lucio Fontana quando ancora era in vita la moglie Teresita che proprio a Comabbio passava diversi momenti, con parenti e amicizie, come testimoniano le foto, anche se poche, intrise di tempo, inserite in queste pagine.
D.F.

(abstract dal libro 'Viaggio nel segno di Fontana')